All’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, viene da qualche tempo utilizzata una nuova tecnologia che sta rivoluzionando la gestione dei pazienti colpiti da infarto del miocardio. Il dispositivo è noto come Genomadix Cube ed è un sistema di diagnostica point-of-care di ultima generazione, che consente di effettuare un’analisi genetica avanzata in soli 60 minuti.
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Ma come funziona il trattamento con questo strumento? In sostanza, questo dispositivo utilizza un semplice prelievo salivare per indagare i polimorfismi del gene CYP2C19, una proteina enzimatica, che appartiene alla famiglia dei citocromi P-450. Grazie a questo prelievo, i medici ottengono informazioni cruciali per personalizzare la terapia antiaggregante. Fin qui la teoria, ma nella pratica cosa succede?
Questa innovativa tecnologia si inserisce nel panorama della medicina di precisione, un approccio terapeutico che tiene conto delle caratteristiche genetiche individuali di ogni paziente. Nel caso specifico dei pazienti con infarto del miocardio, che spesso soffrono anche di scompenso cardiaco, l’uso di questo strumento, che è un marchio registrato, permette di adattare la terapia in modo più mirato ed efficace.
L’obiettivo è identificare il trattamento migliore per ciascun paziente, ottimizzando così il percorso di cura e riabilitazione cardiologica. Grazie all’introduzione di questa tecnologia, l’Azienda Ospedaliera di Caserta si pone all’avanguardia in Campania nel campo della medicina di precisione, offrendo un trattamento più efficace e personalizzato per i pazienti affetti da infarto del miocardio.
Il Genomadix Cube™ rappresenta un autentico cambio di paradigma nella gestione dei pazienti, specialmente per quelli che necessitano di strategie terapeutiche di prevenzione cardiovascolare secondaria. Il professor Paolo Calabrò, direttore del Dipartimento Cardiovascolare e dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, sottolinea l’importanza di questa innovazione. I pazienti con infarto del miocardio, dice:
È essenziale, per tale ragione, integrare la genetica nella pratica clinica per migliorare le opzioni terapeutiche e ridurre i rischi. Con l’utilizzo del Genomadix Cube, si possono ridurre significativamente i rischi legati a trattamenti non ottimali, aumentando i benefici per ogni singolo paziente. In questo, l’ospedale di Caserta si fa pioniere di una tecnologia che segna una vera e propria rivoluzione nella cardiologia.
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