La storia di Sofia, la neonata di appena un giorno rapita con grande facilità da due sconosciuti desiderosi di avere un figlio, ha destato incredulità e preoccupazione. La piccola era stata portata via da una clinica di Cosenza da una donna che si era spacciata per infermiera, affermando di doverla accompagnare da un pediatra. Questa drammatica vicenda ha gettato i suoi genitori in un incubo, ma fortunatamente si è conclusa in modo inaspettato e positivo grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine.
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La madre di Sofia, Valeria Chiappetta, di 28 anni e già madre di un altro bambino, ha vissuto momenti di terrore indescrivibili. Dopo essersi accorta che la neonata era scomparsa, ha aperto la finestra della clinica, sentendosi sopraffatta da un senso di impotenza. L’agitazione ha preso il sopravvento e, in preda al panico, ha allertato il personale della struttura. Sua madre, tuttavia, aveva già espresso dubbi sulla persona che si era presentata come infermiera, rivelando una sensazione di disagio nei suoi confronti. Adesso la donna è stata dimessa e, sollevata, ha dichiarato alla stampa che racconterà tutto a sua figlia quando sarà maggiorenne. Anche se quanto vissuto rappresenta un trauma che non dimenticherà mai.
Neonata rapita a Cosenza, un dramma durato tre ore
Valeria ha descritto un’atmosfera di caos e angoscia tra le mura della clinica. Il suo primo figlio, impaurito, ha iniziato a chiedere perché non riportassero la sua sorellina. La situazione ha richiesto persino l’intervento dei medici per sedarla, dato che il dolore fisico per i punti del cesareo era diventato secondario rispetto al terrore di perdere la figlia. Dopo ore di ansia, la svolta è arrivata con una telefonata da parte della polizia, che ha riportato la piccola Sofia tra le braccia della madre, dando vita a una scena di gioia e sollievo.
Il rapimento di Sofia si è rivelato essere una macabra messinscena orchestrata da Rosa Vespa, 51 anni, e suo marito, Acqua Moses, 43 anni, entrambi arrestati per il sequestro. Gli investigatori hanno trovato la neonata vestita di azzurro in casa della coppia, che stava celebrando la “nascita” del loro primo figlio, Ansel, un bambino mai esistito. Questa tragica finzione era stata preparata con mesi di anticipo, durante i quali Rosa aveva simulato una gravidanza, giungendo persino a pubblicare un post su Facebook per annunciare la nascita del suo presunto bambino.
I due rapitori molto maldestri
Il giorno del rapimento, la donna si era presentata in clinica con una mascherina e, spacciandosi per puericultrice, aveva convinto Valeria a consegnarle Sofia per un controllo. Non vedendo la sua bambina tornare, Valeria ha immediatamente manifestato preoccupazione, portando così alla scoperta del sequestro e alla mobilitazione delle forze dell’ordine. Le indagini hanno portato rapidamente all’identificazione della coppia grazie a registrazioni video che mostravano Rosa e Moses mentre uscivano dalla clinica con la neonata. I due hanno anche litigato, probabilmente perché ai loro parenti avevano annunciato la nascita di un maschietto mentre Rosa aveva rapito una femminuccia.
Gli agenti hanno rintracciato la loro auto e sono giunti a casa della coppia per recuperare Sofia. La polizia ha dovuto affrontare una situazione surreale, con festeggiamenti in corso ed invitati ignari della verità. Sebbene Moses sia apparso sorpreso al momento dell’intervento delle forze dell’ordine, la sua presenza durante il rapimento è confermata dalle indagini. Gli inquirenti stanno ora cercando di determinare il movente di un gesto che ha scosso l’intera comunità, esaminando se la donna avesse pianificato nei dettagli il rapimento nei giorni precedenti.
Le autorità hanno anche avviato verifiche sul protocollo di sicurezza della clinica, poiché la facilità con cui Rosa è riuscita a entrare e uscire con la neonata solleva interrogativi sulla vigilanza. Non sono emersi legami tra la famiglia di Sofia e i rapitori, e gli investigatori hanno definito l’episodio come un caso isolato, prontamente risolto.