ISEE, la voce che nessuno sa mai compilare: le informazioni da inserire o rischi di dichiarare il falso

A gennaio arriva il momento di aggiornare l’Isee. Questo è un documento fondamentale per accedere a vari benefici e agevolazioni legate al reddito. Ogni anno, infatti, l’Isee scade a fine dicembre, a prescindere dalla data in cui è stato presentato. Per compilarlo correttamente, è necessario fornire informazioni dettagliate sui redditi, sul patrimonio e sulle spese sostenute. Un aspetto che crea confusione tra i contribuenti riguarda la dichiarazione dell’abitazione concessa in comodato d’uso gratuito.


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Nonostante debba essere inclusa nel modulo, la sua indicazione non ha effetti significativi sul calcolo dell’Isee. Questo genere di incertezze è piuttosto comune, soprattutto tra coloro che si trovano a dover dichiarare proprietà e situazioni familiari che non sono sempre facili da inquadrare. Pertanto, è importante prestare attenzione alla corretta compilazione del modello, per evitare errori e assicurarsi di poter usufruire delle agevolazioni fiscali a cui si ha diritto.

Isee del proprietario: ecco come funziona

Per quanto riguarda il proprietario dell’immobile, noto anche come comodante, è importante chiarire che il comodato d’uso gratuito non ha alcun effetto sulla riduzione dell’Isee. Molti contribuenti pensano che concedere un immobile in comodato d’uso gratuito possa abbassare il proprio Isee, ma questo non è il caso. Secondo la normativa fiscale, i redditi derivanti da beni immobili sono sempre attribuiti al titolare del diritto di proprietà, indipendentemente dal fatto che l’immobile sia dato in comodato.

Di conseguenza, nell’Isee del comodante deve essere indicato l’immobile di cui è proprietario, anche se lo cede gratuitamente a un altro soggetto. A differenza di un contratto di locazione, dove il locatore percepisce un canone che incide sul reddito, il comodato d’uso gratuito non comporta alcun reddito per il proprietario e non modifica il calcolo dell’Isee.

Come funziona l’ISEE per il comodatario

Per il comodatario, che è la persona che usufruisce dell’immobile senza pagare alcun affitto, la situazione è altrettanto semplice. Non essendo titolare di alcun diritto reale sull’immobile, non deve includerlo nel proprio Isee. Non si tratta infatti di un bene che contribuisce al patrimonio, poiché il comodatario non ottiene alcun reddito da esso. Nel calcolo dell’Isee non devono essere inclusi:

  • usufrutto
  • abitazione
  • servitù
  • superficie
  • enfiteusi

L’isee si concentra esclusivamente su beni che generano reddito o sono direttamente legati al patrimonio del contribuente. Il comodatario, pertanto, non avrà alcun aumento del reddito nell’Isee in seguito al contratto di comodato, e non dovrà nemmeno indicare spese relative a canoni di locazione. Un altro aspetto importante riguarda il fatto che, ai fini Isee, non è necessario che il contratto di comodato d’uso gratuito sia registrato. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che il comodato d’uso gratuito non deve essere utilizzato come uno stratagemma per ridurre artificialmente l’Isee.

Se un proprietario tenta di nascondere un contratto di locazione in nero sotto le spoglie di un comodato d’uso, sta violando la legge. Lo stesso vale per il comodatario che, pur non beneficiando di alcun vantaggio fiscale, potrebbe essere tentato di non dichiarare un contratto d’affitto in nero. Ma questo può comportare conseguenze legali. In ogni caso, la dichiarazione falsa dell’Isee è severamente punita. Oltre alla perdita dei benefici non dovuti e alla restituzione di eventuali somme indebitamente percepite, la falsificazione di documenti fiscali può comportare sanzioni penali. Tra queste, la reclusione fino a sei anni, qualora si dimostri la volontarietà del falso. Pertanto, è sempre consigliato dichiarare correttamente la propria situazione patrimoniale e reddituale per evitare rischi legali.

 

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